Lettere

Cari amici de “Il Mosaico”, leggo di frequente la vostra pubblicazione e nel n. 39 ho trovato di molto interesse la rievocazione storica delle ACLI che ci ha offerto Roberto Landini.
In anni lontani, proveniente dal mondo cattolico (Azione Cattolica, CISL, un brevissimo passaggio in DC nella corrente “Forze Nuove” di Donat Cattin, allora considerata molto “a sinistra”), mi ritrovai in un Circolo ACLI che, se ben ricordo, aveva sede in via De’ Chiari. Era il momento, molto ben illustrato da Landini, di una “notevole crisi di identità”, della fine del collateralismo, in piena contestazione, tutta una serie di fenomeni e avvenimenti che portarono (lo dico con simpatia e nostalgia) un notevole sconquasso nel mondo politico cattolico, particolarmente a chi, come il modesto scrivente nato cattolico (e consideratosi sempre tale), guardava comunque a sinistra fino ad approdarvi appieno.
Tutto questo per arrivare a dire che nell’articolo di Landini non compare citato Livio Labor.
Dopo aver portato le ACLI ad un cambiamento epocale (con la fine appunto del collateralismo), questi diede vita a nuove esperienze, molto brevi, ma, secondo me, molto importanti per capire quegli anni, come ACPOL (Associazione di cultura politica) e l’MPL (Movimento politico dei lavoratori). Credo che il ricordo di Livio Labor e di queste sue “creature” si sarebbe inserito perfettamente in un discorso sulle ACLI.
Sergio Sacchetti